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Intervista a un marziano

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INTERVISTA A UN MARZIANO
VITTORIA VISCARDI
III A

Un giorno, durante la sua missione su Marte, la sonda Curiosity si imbatté in una strana creatura. 
Appena la vidi, non riuscivo a credere che fosse veramente un “marziano”, tanto che andai subito a controllare che la sonda non avesse guasti. Era tutto vero!
La creatura era piccola, aveva gli occhi tutti neri, le orecchie lunghe e verdi come il resto del corpo.
Con mia sorpresa, riuscivamo a comunicare con lui (o lei) in inglese. Pensai che, probabilmente, fosso da un po’ che ci studiavano ed avevano imparato l’inglese. 
Dato che non mi sarei mai aspettata quell’incontro, non mi ero preparata nessuna domanda, anche se di dubbi e curiosità ne avevo tantissimi. 
Iniziai a chiedere il nome della creatura in modo da capire se si trattasse di un maschio o di una femmina. Rispose dicendo che su Marte non c’è distinzione tra maschi e femmine, come sulla Terra, ma c’è un unico genere e “lui” si chiamava Erny. 
L’altra curiosità che avevo era sapere come facesse a conoscere l’inglese. Mi spiegò che, avendo su Marte delle tecnologie molto più sviluppate delle nostre, erano riusciti ad inviare dei “satelliti spia” che mandavano video e registrazioni in tempo reale dalla Terrafino a Marte. Così avevano imparato la lingua che era più parlata sulla Terra ed avevano studiato le mosse che avremmo fatto per mandare la sonda sul “pianeta rosso” nel tentativo di un contatto con i terrestri.
Gli chiesi, quindi, dove fossero gli altri suoi simili e dove abitassero. Rispose che vivevano tutti sotto il suolo e che gli abitanti di Marte erano circa ventinove ruben, che per i numeri umani corrispondono a un milione e mezzo.
Gli domandai dell’acqua che così tanto interessa noi terrestri e cosa mangiassero per sopravvivere; mi disse che non avevano bisogno di bere e di mangiare per vivere, ma dovevano inalare dalle orecchie un po’ di terra rossa del pianeta per guarire dalle malattie; la vita di un marziano dura circa duecentotrenta anni e la prima causa di morte era stare troppo tempo in superficie quando si dimenticano dove si trovava l’ascensore che li portava nelle città sotto il suolo.
Dopodiché, i più anziani morivano nel sonno, ma le cause di questa morte non erano ancora conosciute.
Purtroppo l’intervista fu interrotta a causa di un guasto alla sonda. Fortunatamente avevo registrato tutta la conversazione con il marziano, così nessuno avrebbe più potuto dire che i marziani non esistono.
 

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